Ormai i militari sono nelle strade e la gente sembra non cogliere la differenza tra un marciapiede e una trincea. Non è una rivelazione sostenere che i peggiori bagni di sangue sono stati perpetuati dalle istituzioni militari, ma il mondo è pieno di gente distratta… così abbiamo fatto questa allegra illustrazione che sintetizza in un cuore l’essenza del militarismo.
Per trovare ulteriori ispirazioni e grafiche in materia di militarismo consigliamo un bel libro fotografico dell’anarchico pacifista Ernst Friedrich, il famoso “Guerra alla guerra” ( in tedesco “Krieg dem Kriege” ); un libro molto forte, da sfogliare prima dei pasti e da regalare assolutamente ai vostri fratelli e cugini in procinto di arruolarsi ( si trova facilmente in libreria ).
A volte capita di trovarsi a scandire sterili cori da stadio contro le parate militari ignorando che la nostra santissima madre Itaglia serba una ricca tradizione di canzoni antimilitariste tanto belle quanto cruente; ed è proprio un peccato che molti giuovani non conoscano questa stupenda canzone contro la guerra nata tra le trincee quasi un secolo fà…
Scritta da alcuni reduci della battaglia di Gorizia ( dal 9 al 10 agosto 1916, in piena guerra mondiale ) è una delle canzoni più popolari della tradizione anarchica ed antimilitarista di lingua italiana; una testimonianza preziosa per chiunque voglia ribaltare la retorica patriottarda dell’esercito (che purtroppo fà ancora presa su certi giovani) buttandogli in faccia tutto lo squallore della cultura militare con le parole di chi in guerra è stato costretto ad andarci e a crepare miseramente in una trincea.
Parole pesantissime quanto spietatamente oneste, tanto che a cantarle durante la grande guerra si rischiava la fucilazione per “disfattismo” e ancora negli anni sessanta una denuncia per “vilipendio delle forze armate”.
Bellissima l’interpretazione che ne hanno fatto i les anarchistes, presente per chi voglia ascoltarla anche su youtube
consigliata anche agli alpini.
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(foglio A4 con testo e presentazione della canzone)
